L a C a n t i n a
“ S i a m o o s p i t i s u q u e s t a t e r r a e n e s i a m o c u s t o d i . E ’ d o v e r o s o r i s p e t t a r e t u t t e l e f o r m e d i v i t a e v i v e r e i n a r m o n i a c o n l ' a m b i e n t e , p e r c o n s e g n a r e u n m o n d o m i g l i o r e a l l e f u t u r e g e n e r a z i o n i ”
Dalla strada che dal borgo medievale di Bertinoro conduce alla località di Casticciano attraverso le più belle colline di Romagna, si intravede un casolare circondato da vigneti ordinati e boschi rigogliosi: è la cantina Bissoni, fondata da Raffaella nel 1988.
Da lì, la vista raggiunge una linea netta e blu all’orizzonte: il mare Adriatico, che porta le sue brezze benefiche contribuendo a creare le condizioni climatiche di un terroir unico.
LA Storia di Vini Bissoni
L a C a n t i n a
La Cantina Bissoni si estende su 12 ettari, di cui 6 vitati, a circa 200 metri sul livello del mare. Nei vigneti della cantina Bissoni si coltivano due varietà d’uva: il Sangiovese e l’Albana, le migliori e più tipiche espressioni della viticoltura del territorio.
Qui, nel cuore della Romagna, si produce vino fin dai tempi degli antichi Romani, come testimonia la leggenda di Galla Placidia: alla figlia dell’imperatore Teodosio, di passaggio a Bertinoro, venne servito un nettare dorato a base di uve Albana e la sua esclamazione “Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro” darebbe origine al nome della località.
Da quasi trent’anni, Raffaella Bissoni si concentra sulla produzione di uve nel pieno rispetto dei cicli naturali e dell’ambiente. Grazie a un sapiente lavoro in cantina, queste uve diventano poi i vini di qualità che possiedono uno stile inconfondibile.
Dal 2016, la Cantina Bissoni ha ottenuto la certificazione “Biologica” da parte dell’autorevole ente indipendente CCPB.
Rispetto
Il rispetto per l’ambiente, l’amore per il territorio, una maniacale cultura del lavoro sono i valori a cui Raffaella si ispira. Raffaella ha scelto di coltivare soltanto uve storicamente tipiche del territorio romagnolo, e di assicurare un circolo virtuoso di dare e avere nella produzione: il bosco attorno alla cantina fornisce legna per il riscaldamento domestico, le ceneri della stufa sono utilizzate per fertilizzare la terra, i filari non vengono diserbati e l’erba viene tagliata solo tre volte l’anno, per lasciar vivere un ecosistema di piante spontanee, fiori, insetti e animali che contribuiscono a dare complessità al terreno sotto ai vigneti.
Questa scelta viene ripagata dalla vastità di aromi e note gustative che si ritrovano nei vini. La natura restituisce sempre, e con interessi generosi, ciò che le si dà.