Ogni volta che qualcuno viene a visitare la nostra azienda, rimane sempre piacevolmente sorpreso dalla meraviglia del verde che ci circonda e in cui l’azienda è completamente immersa.
Qui boschi e rive boscate circondano letteralmente e completamente le nostre vigne, creando un habitat naturale che favorisce la vita di tante specie di animali selvatici e insetti e la crescita rigogliosa della flora.
Ci piace pensare che questo habitat naturale rappresenti alla perfezione la filosofia alla base di Vini Bissoni, qualcosa che non si limita soltanto alla certificazione “bio”, ma che si spinge oltre, con la volontà di preservare la natura autoctona e ridurre il più possibile l’impronta umana su questo territorio. Così, le erbe che nascono e crescono tra le nostre vigne, seguono un processo del tutto naturale e vivono secondo le logiche della natura, influenzate soltanto dalla natura stessa e dagli animali che la vivono.
Tutto questo racchiude perfettamente il tipo di agricoltura che Raffaella porta avanti e che ama raccontare ai nostri visitatori, passeggiando tra le nostre vigne e questo splendido eden verde, un’agricoltura che la stessa Raffaella definisce non solo biologica, ma “naturale conservativa”.
L’agricoltura biologica “naturale conservativa di Raffaella Bissoni
“Si usano tanti termini oggi per definire un’azienda “green”, alla fine ho convenuto che il termine “naturale conservativo” potesse esprimere bene quello che facevo. Non lavoro i terreni, lascio che le erbe selvatiche autoctone crescano liberamente e provvedo a effettuare tagli (trinciature) solo in certi periodi dell’anno.”
Così Raffaella racconta l’origine del termine “naturale conservativa” associato alla sua personale idea di agricoltura; un’agricoltura ben lontana dalle metodologie intensive mirate alla massima produttività, concentrandosi invece su un rispetto totale della natura, della terra e di tutto ciò che rende un particolare territorio “unico”.
Il risultato di questo modello di agricoltura? Un terreno dall’alta prolificità, ricco di specie autoctone, di erbe officinali e fiori selvatici nati e cresciuti naturalmente che permettono il mantenimento della naturale vita del territorio, dalla flora alle tante tipologie di insetti, tra cui anche le api, così “sacre” per il nostro ecosistema e, allo stesso tempo, così a rischio anche a causa di pesticidi.
E proprio tutto questo contribuisce a creare questo terroir unico e inimitabile, di cui ogni vino da noi prodotto diviene perfetta incarnazione.
Ovviamente il concetto di agricoltura biologica naturale conservativa influisce anche sul terreno e sulle sue caratteristiche. Infatti, questo prato, non essendo mai lavorato ma solo tagliato, permette la formazione del micorrize nelle radici, un micorrize autoctono naturalmente, che agevola lo scambio di sostanze nutritive fra le piante. Come ormai è risaputo, si tratta di un un prezioso alleato naturale in agricoltura, perché amplifica l’apparato radicale delle piante, assicurando un maggiore assorbimento di acqua e nutrienti e contemporaneamente protegge le radici dagli attacchi dei patogeni, formando un manicotto protettivo.
Per trovare il perfetto equilibrio in questo tipo di prati, occorrono molti anni di “non lavorazioni”, così da consentire, con un lento processo naturale, ai semi delle piante selvatiche che si trovano nelle aree adiacenti alle vigne di espandersi e posizionarsi dove il terreno richiede il loro aiuto. Un esempio è dato dalla nascita di piante fissatrici di azoto laddove il terreno necessita di questa sostanza.
Per questi motivi, nella nostra valle i terreni non vengono più lavorati e anche nel caso di nuovi vigneti procediamo sempre all’impianto su inerbimenti preesistenti.
Questo comporta sicuramente una difficoltà in più per la piccola vite, ma le viti che riescono a superare questa fase diventano poi più resilienti in un periodo di cambiamento climatico evidente come quello che stiamo attraversando.
Il risultato “pratico” e tangibile di questo sforzo lo possiamo riscontrare nell’elevata qualità dell’uva e soprattutto nei sentori tipici e caratteristici dei vini della nostra cantina, riconoscibili e unici, vera espressione del terroir dell’azienda Bissoni.
Tuttavia, in azienda non ci siamo fermati qui: abbiamo anche aggiornato le nostre tecniche di potatura passando alla “scuola” di Simonit e Sirch, molto più rispettosa della vite e in grado di migliorare la prevenzione alle malattie della vite.
Una cosa non cambierà mai: il vino è fatto con l’uva e la qualità dei vini dipende dalla qualità dell’uva. Da qui, l’impegno costante di Raffaella e la famiglia Bissoni per mantenere elevata la qualità delle proprie uve e permettere così di ritrovare nei propri vini la migliore espressione di questo terroir e della filosofia di agricoltura adottata, attraverso profumi e sapori di ogni bottiglia.